Due Paesi, un team

La Polizia federale tedesca e l’Amministrazione federale delle dogane (AFD) intrattengono una stretta collaborazione, particolarmente intensa all’interno del gruppo operativo comune («Gemeinsame Operative Dienstgruppe» GoD) a Basilea, dove collaboratori di entrambi i Paesi formano un unico team presso la Badischer Bahnhof.

28.02.2020, David Marquis

Ogni 30 minuti la S6 circola da Zell im Wiesental (Germania) a Basilea FFS passando per Schopfheim e Lörrach (entrambe località in Germania). Alle ore 15.19 di un lunedì di febbraio, presso la Badischer Bahnhof di Basilea, quattro persone in uniforme salgono a bordo del treno regionale gestito da SBB GmbH (un’affiliata delle FFS). Il team di controllo germano-svizzero è composto dal commissario capo Werner Sebald, dal commissario principale Ralf Ohm della polizia federale tedesca e dai sergenti maggiori Sébastien Roduit e Fabian Thüring dell’AFD. Nel treno camminano sicuri, guardano se vi sono bagagli di grandi dimensioni e controllano alcune persone. Con il loro cellulare di servizio accedono alle banche dati di ricerca delle rispettive autorità e possono così determinare rapidamente se qualcuno è ricercato in Germania o in Svizzera. Il treno non è molto occupato, quindi i sei minuti di viaggio fino alla stazione FFS di Basilea sono sufficienti per effettuare il controllo. Per una volta tutto è in ordine, il team GoD non ha constatato persone ricercate, infrazioni doganali o persone che soggiornano illegalmente.

Prima di salire sul treno gli agenti della polizia federale tedesca e i collaboratori dell’AFD hanno fatto il briefing sull’impiego nella loro sede alla Badischer Bahnhof. Ora dispongono di locali ben attrezzati che soddisfano le esigenze di entrambi i corpi. La sala riunioni è il simbolo della stretta collaborazione: il team di controllo siede infatti su sedie della polizia federale tedesca a un tavolo appartenente all’AFD.

Briefing vor dem Einsatz
Ralf Ohm, Sébastien Roduit, Werner Sebald e Fabian Thüring (da sinistra) durante il briefing prima dell’impiego.

Successi immediati

La storia del GoD nasce nel 2008, quando la Svizzera ha aderito allo spazio Schengen e la polizia federale tedesca è diventata maggiormente attiva nella ricerca in incognito. Come i colleghi tedeschi, anche quelli svizzeri impiegano più mezzi all’interno del Paese, ma continuano ad essere presenti al confine a causa dei loro compiti doganali. Sebald ricorda: «Abbiamo iniziato ad effettuare regolarmente pattugliamenti binazionali nell’area di confine, però non erano molto efficaci perché non ci conoscevamo bene e gli obiettivi erano troppo poco coordinati tra loro». Anche a livello dirigente l’AFD e la polizia federale hanno riconosciuto la necessità di intervento e a partire dal 2011 si è discusso di creare un team comune fisso. Dopo vari lavori preliminari, chiarimenti giuridici e formazioni dei collaboratori, il 4 marzo 2013 vi è stato il primo impiego comune. Sebald, attualmente capogruppo presso il GoD, aggiunge: «Allora avevamo solo un piccolo ufficio con quattro scrivanie. I team dovevano iniziare il loro servizio nei rispettivi posti e poi recarsi alla Badischer Bahnhof perdendo così parecchio tempo». Malgrado le condizioni quadro difficili, il lavoro comune basato su un’analisi dei rischi ha però presto dato i suoi risultati: «Tutti i collaboratori erano molto motivati e questo ha portato rapidamente ai primi successi».

deutsch-schweizerisches Team prüft Ausweise
Il team germano-svizzero controlla il documento, mediante cellulare, di un passeggero nella banca dati di ricerca di entrambi i Paesi.

Ondata migratoria come banco di prova

L’ondata migratoria del 2015 e 2016 ha rappresentato il primo banco di prova per il GoD, dato che la Badischer Bahnhof e il confine germano-svizzero nella regione di Basilea erano al centro degli eventi. Il GoD ha fermato 60–80 migranti al giorno. Thüring, membro del GoD della prima ora, ricorda: «Non abbiamo percepito la situazione migratoria come un problema svizzero o tedesco, ma come un problema da risolvere insieme». In quell’occasione anche la politica ha preso atto delle prestazioni del GoD: quando nell’ottobre 2016 l’allora ministra della giustizia Simonetta Sommaruga e l’allora ministro degli interni tedesco Thomas de Maizière hanno varato un piano d’azione per fermare l’ulteriore migrazione illegale in Europa, il GoD basilese è stato esplicitamente menzionato. In seguito vi è stato un aumento degli effettivi da cinque a dieci collaboratori per Paese (effettivo valido ancora attualmente). Poco dopo il GoD ha potuto trasferirsi nei nuovi locali, più grandi e decisamente meglio equipaggiati.

Unire le conoscenze

In merito al campo d’attività attuale Sebald afferma: «Il traffico ferroviario gode di un’elevata priorità. Tuttavia effettuiamo anche controlli presso valichi di confine non più occupati e all’interno del Paese». I compiti principali sono la ricerca nonché la lotta contro il contrabbando e la migrazione illegale. Il GoD effettua regolarmente anche grandi controlli con altre autorità partner, come la polizia del Land Baden-Württemberg. Roduit, capo team GoD presso l’AFD, vi vede un importante vantaggio rispetto ai controlli che le due autorità svolgono da sole: «Possiamo accedere immediatamente alle banche dati dei due Paesi. Si evitano così lunghe telefonate per accertamenti e in breve tempo possiamo stabilire se una persona è ricercata, ad esempio, per furto con scasso in Svizzera o in Germania». Sebald aggiunge: «Ogni corpo ha i suoi punti di forza. I colleghi svizzeri, ad esempio, sono molto ferrati per quel che riguarda l’ambito doganale e le contraffazioni di documenti, mentre noi abbiamo parecchia esperienza nel settore della polizia». Grazie al GoD è stato possibile unire le conoscenze e conseguire così importanti successi insieme.

Besprechung nach der Kontrolle
Breve colloquio dopo il controllo della S6 che circola tra Zell im Wiesental (Germania) e Basilea FFS.
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