Una sfida che può essere vinta solo insieme

Durante la crisi legata al coronavirus l’Amministrazione federale delle dogane (AFD) è stata messa a dura prova. Valichi di confine chiusi e controlli sistematici di confine sono state le misure più importanti messe in atto dall’AFD nella lotta contro il coronavirus. Ma anche dietro le quinte si sono rese necessarie soluzioni rapide e semplici.

16.07.2020, Yvonne Siemann

Riehen Veloweg Lettenacker
Una pista ciclabile chiusa tra Riehen (BS) e Lörrach (Germania).

I collaboratori dell’AFD si ricorderanno a lungo del 16 marzo 2020. Quel giorno, infatti, il Consiglio federale ha deciso la reintroduzione temporanea di controlli alle frontiere con tutti i paesi limitrofi e imposto divieti d’entrata, al fine di evitare la diffusione del virus. Tali misure hanno interessato l’AFD in prima linea. Il traffico transfrontaliero è stato fortemente limitato e anche i processi lavorativi sono cambiati radicalmente da un giorno all’altro.

Confini chiusi e controlli sistematici

È stato necessario organizzare rapidamente la chiusura dei confini. In tutta la Svizzera, infatti, sono stati chiusi circa 130 piccoli valichi e il traffico è stato canalizzato presso i valichi più grandi. I collaboratori dell’AFD hanno all’improvviso dovuto controllare tutti i viaggiatori, indipendentemente dal fatto che viaggiassero in auto, in bus, in bicicletta o a piedi. La guardia di confine Patrik Eggenschwiler si è trovata coinvolta in prima persona: «Specialmente per i giovani tutta la situazione è stata davvero particolare. Prima dell’adesione a Schengen, risalente al 12 dicembre 2008, effettuavamo controlli sistematici anche se non su tutti i viaggiatori».

Oltre alle guardie di confine, anche specialisti doganali sono stati impiegati per i controlli delle persone. Nel quadro dell’ulteriore sviluppo dell’AFD negli ultimi anni sono già stati effettuati numerosi simili impieghi congiunti tra DOGANA e Corpo delle guardie di confine (CGCF). È stato dunque semplice integrare gli specialisti doganali nel dispositivo di controllo. Tra questi specialisti vi era Sofia Jensen, che racconta: «Ci siamo sempre impegnati a effettuare i controlli in modo rapido. La gente ha quasi sempre capito la ragione della chiusura dei confini e il perché dei controlli. Ha inoltre apprezzato il fatto che eravamo ben organizzati. Solo singole persone erano arrabbiate. Parecchi ci hanno ringraziato per il nostro impiego e alcuni volevano addirittura regalarci della cioccolata».

Nonostante l’impiego congiunto di DOGANA e CGCF, l’AFD non sarebbe riuscita a garantire per un periodo di tempo prolungato l’attuazione delle rigide misure con le risorse di personale a disposizione. Per questo motivo l’esercito ha fornito sostegno all’AFD con 50 poliziotti militari e 1800 militari di milizia.

Grenzübergang Basel-Hiltalingerstrasse
Controllo presso il valico di confine di Basel-Hiltalingerstrasse a metà marzo: tutti vengono controllati, anche i ciclisti.

Mentre il traffico turistico ha subito un crollo dell’80 per cento in tutto il Paese, il traffico delle merci commerciali (ovvero importazione, esportazione e transito di merci) è continuato normalmente. Al fine di garantire un’imposizione efficiente nonostante la chiusura dei confini, l’AFD ha adottato diverse misure, come l’introduzione di corsie prioritarie per l’importazione di merci (le cosiddette green lanes) o il ricorso a canali digitali per un disbrigo delle formalità senza contatto.

Processi politici e richieste dei cittadini

Anche i collaboratori dietro le quinte hanno fornito il loro contributo per far fronte alla nuova situazione. Sono infatti state necessarie numerose discussioni con partner nazionali e internazionali per quanto riguardava sia la chiusura dei confini sia il graduale ritorno alla normalità. Anche il rapido evolversi della situazione pandemica ha richiesto reazioni altrettanto rapide. Marie Jacot, capo Affari politici, racconta di come l’AFD sia ad esempio stata costretta, in questo periodo, a esprimere un parere su una modifica dell’ordinanza 2 sui provvedimenti per combattere il coronavirus in solo poche ore, mentre invece in tempi normali avrebbe avuto a disposizione più settimane.

Anche la centrale d’informazione dell’AFD, che presso le sue tre ubicazioni risponde telefonicamente e per mail alle richieste dei cittadini, ha subito le conseguenze della nuova situazione: in poco tempo ha dovuto allestire postazioni di lavoro supplementari, perché il numero di richieste d’informazione era triplicato. Il 4 maggio è stata una giornata da record: ben 3500 richieste rispetto alle circa 500 telefonate giornaliere in tempi normali. Patrick Kleis, capo dell’ubicazione di Sciaffusa, afferma che è stato necessario essere molto flessibili poiché le prescrizioni cambiavano rapidamente e a volte la situazione si capovolgeva all’improvviso. A ciò si è aggiunta anche la pressione emotiva alla quale erano sottoposti i collaboratori, ad esempio in caso di famiglie divise. Kleis ci spiega di essere stato motivato dal fatto di poter aiutare e tranquillizzare molte persone in questa difficile situazione.

AZ mit Sicherheitsabstand
La centrale d’informazione (qui l’ubicazione di Sciaffusa) ha risposto a un numero record di richieste da parte dei cittadini.
© Foto: Patrick Kleis

Un impulso per la trasformazione dell’AFD

Christian Bock, direttore dell’AFD, afferma che le misure di allentamento, e dunque il percorso per uscire dalla crisi, sono state molto più complicate da applicare rispetto a quelle legate alla chiusura dei confini. Egli trae un bilancio della situazione: «In questi giorni ci viene richiesta un’elevata agilità, dobbiamo pianificare, ma allo stesso tempo rimanere sufficientemente flessibili per poter reagire immediatamente ai cambiamenti».

Durante la pandemia la collaborazione tra tutti gli ambiti direzionali e le divisioni dell’AFD è stata più che mai necessaria, molto più che in situazioni normali, e in linea con il futuro orientamento dell’AFD. «Dal mio punto di vista, il coronavirus ha dimostrato chiaramente che l’ulteriore sviluppo dell’AFD e di DaziT è assolutamente corretto e importante» afferma Bock. E il direttore termina affermando: «Sono convinto che abbiamo potuto trarre vantaggio dal fatto che la DOGANA e il CGCF sono già unite in un unico ambito direzionale. E: ci siamo tutti molto ravvicinati, la trasformazione ha preso velocità e me ne rallegro».

Riehen Kreuzung Weilstrasse Lörracherstrasse neben Fondation Beyeler
Un cartello segnaletico a Riehen (BS).
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